La Madonna del Giorno (17 settembre) – Madonna Roveto Ardente, Monastero Santa Caterina, Monte Oreb, Sinai, Egitto
L’icona della Madre di Dio detta “Roveto ardente” deve il suo nome al noto miracolo testimoniato da Mose stesso nel vecchio testamento. Nel III capitolo dell’Esodo, Dio chiama Mose sul monte Oreb, dal mezzo di un cespuglio che bruciava a fuoco vivo, ma senza consumarsi egli ode la voce di Dio che gli comunica l’incarico di salvare gli Ebrei dalla schiavitù in Egitto. In quella occasione Dio confida a Mose il suo nome: “Io sono Colui che sono” (Esodo 3.14).
Il miracolo del Cespuglio ardente consiste quindi in una prefigurazione della nascita di Gesù dalla Vergine Maria. La Vergine diede alla luce il Cristo pur rimanendo tale, esattamente come il cespuglio che brucia ma non si consuma. La tradizione cristiana ha dato del fenomeno del Roveto più di una spiegazione. L’interpretazione più comune e costante si presenta in chiave cristologica e mariana. Ravvisando nel fuoco il simbolo della divinità e nel Roveto il simbolo dell’umanità, si è letto nel fenomeno una prefigurazione dell’Incarnazione di Cristo per mezzo di Maria. Maria stessa, strumento e luogo dell’Incarnazione, non solo non fu annientata per il tremendo impatto [con la divinità], ma conservò anche la sua verginità intatta.
A partire da secolo V, i Padri greci hanno interpretato il roveto ardente come una prefigurazione della Madre di Dio. La liturgia bizantina vi vede una fulgida profezia della concezione verginale di Gesù.
«Mosè ti prefigurò come il roveto ardente del Sinai. Tu ricevesti, senza essere consumata, il fuoco insostenibile dell’essenza divina, che unisce un’ipostasi divina alla fragilità della carne».
L’interpretazione mariologica del roveto ardente è entrata anche nella liturgia romana, come attesta la 3^ Antifona dei II Vespri del 1 Gennaio, solennità della Madre di Dio.
”Come il roveto, che Mosè vide ardere intatto, integra è la tua verginità, Madre di Dio: noi ti lodiamo, tu prega per noi.”
Il Roveto così divenne un simbolo e un nome di Maria Vergine.
La Liturgia torna spesso sul tema del Roveto, simbolo e nome di Maria SS.ma, come si può notare nei seguenti testi:
“Tu sei il rovo che vide Mosè:
era pieno di fuoco e non bruciava.
Infatti il Figlio di Dio venne e scese nel tuo seno,
e il fuoco della sua divinità non bruciò il tuo corpo.
Tu sei il roveto visto da Mosè in mezzo alle fiamme
e che non si consumava, il quale è il Figlio del Signore.
Egli venne e abitò nelle tue viscere
e il fuoco della sua divinità non consumò la tua carne”.
Il libro “L’albero di Maria – 31 icone bibliche mariane” del biblista G. Ravasi, riporta le affermazioni del Patriarca di Antiochia Severo, del VI secolo. Questi, dopo aver detto che
“il grembo di Maria è come il roveto nel quale discende il fuoco teofanico e nel quale Jhwh si rende presente e sperimentabile a Mosè”,
così aggiunge:
“Quando volgo lo sguardo alla Vergine Madre di Dio e tento di abbozzare un semplice pensiero su di lei, fin dall’inizio mi sembra di udire una voce che viene da Dio e che mi grida all’orecchio: ‘Non accostarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove stai è terra santa!… Avvicinarsi a lei è come avvicinarsi a una terra santa e raggiungere il Cielo’ “.
Il tema del “Roveto ardente” non poteva non tentare gli artisti che lo hanno raffigurato in miniature su libri, in affreschi su muri di Chiese e Monasteri, e su icone portatili in legno. Le icone più antiche si ritrovano nel Convento di Santa Caterina nel Sinai e risalgono ai secoli XII-XIV. Dal Sinai il tema si è diffuso nei diversi Paesi di tradizione ortodossa e in Occidente.
In Oriente si possono distinguere due tipi principali: greco il primo, russo e slavo il secondo. Il tema greco riflette più da vicino il racconto dell’Esodo. Vi figura sempre Mosè che su ordine dell’Angelo si toglie i sandali; di fronte a lui è raffigurato il Roveto che brucia; in mezzo, o alla sommità, si vede Maria in busto o a pieno corpo con il Bambino in grembo: questo tipo iconografico della Madonna è quello detto della “Platytéra” [= più vasta dei Cieli]; quando il Bambino è circondato da un cerchio, il tipo è quello della Madonna del Segno.
Una delle prime raffigurazioni della Madre di Dio, originarie del monastero di Santa Caterina sul Sinai, rappresenta la Madonna come un “Roveto ardente”, la mostra nel mezzo di un cespuglio ardente mentre sorregge e il suo divino figliolo. Mose è raffigurato in un angolo mentre si toglie i sandali, perché il posto ove si trova è sacro. (Esodo 3.5).
Molte icone contengono una rappresentazione stilizzata del cespuglio riassunta da due rombi sovrapposti, il primo rosso rappresentante il fuoco, il secondo verde rappresentate il cespuglio, in modo da formare una stella ad otto punte (noto simbolo mariano). La Theotokos è dipinta al centro della stella. Nei quattro angoli del rombo verde trovano posto i simboli quattro evangelisti: un uomo per San Matteo, un leone per San Marco, un bue per San Luca ed un’aquila per San Giovanni. Questi simboli derivano da Ezechiele 1.10 e dalla Rivelazione 4.7. Nel rombo rosso trovano posto quattro arcangeli.
Con il passare del tempo la struttura del disegno dell’icona è divenuta via via più complessa, fino a mostrare Mose e il cespuglio ardente, Isaia e i serafini con i carboni ardenti (Is. 6.7), Ezechiele e la porta attraverso la quale solo il Signore può entrare (Ez. 44.2) e Giacobbe con la scala (Gen. 28.12). In queste raffigurazioni Maria Santissima viene presentata mentre regge la scala di Giacobbe che porta dalla terra al Cielo. Spesso al centro dell’icona, nel lato basso, viene mostrata anche la radice di Jesse (Isaia 11.1).
Tra il roveto in fiamme appare la Vergine Maria che tiene fra le braccia il Figlio. Dio parla a Mosè da un roveto perché, come commentano i rabbini, il roveto è una pianta dolorosa e rivela al popolo la funzione salvifica di sofferenza che egli dovrà percorrere lungo i secoli e tra le nazioni. E qui, nel roveto, che Dio rivela a Mosè il suo nome proprio, la sua identità di Signore. Forse per questo Gesù tiene in mano uno specchio in cui si vede riflessa sia la sua immagine che quella della Madre: sono essi lo specchio di quell’annuncio simbolico. Lo stesso roveto è anche un roseto, segno di purezza, ma anche di dolore.
C’è un’antica storia sul fuoco che consumò diverse costruzioni di legno. Durante un incendio una anziana signora, legata alla sua casa ed ai suoi ricordi, non voleva abbandonare l’edificio ormai pericolante e con fede si pose di fronte alla sua casa reggendo in mano una icona del “Roveto ardente”. Capitò che un testimone si trovasse proprio lì in quel momento e vedendo la grande fede della donna si meraviglio profondamente. Il giorno dopo ritornò nello stesso posto e con grande meraviglia notò che la casa della dona era stata risparmiata del tutto dal fuoco, mentre tutte le altre attorno erano completamente distrutte.
Questo spiega perché la Madre di Dio, attraverso la sua Icona del “Roveto ardente”, viene considerata la protettrice delle case dagli incendi. Pensiamo quanto questo titolo fosse importante in un periodo storico in cui moltissime case erano di legno e le une addossate alle altre! Tali icone del Roveto ardente sono spesso appese nelle cucine come protezione dal fuoco. La Chiesa ortodossa russa onora l’icona di Roveto ardente del Santissima Theotokos nello stesso giorno di festa di Mosè: il 4 settembre nel vecchio calendario giuliano, e 17 settembre nel nuovo calendario gregoriano.
VIDEO PELLEGRINAGGIO: Monastero di Santa Caterina nel Sinai
FONTI:
http://www.wherewewalked.info/feasts/09-September/september_17.htm
https://www.adoratrici.it/bellezza/storie-mariane-e-simboli/madonna-del-roveto
https://it.wikipedia.org/wiki/Rovo_ardente
http://www.stpauls.it/madre06/0602md/0602md19.htm
http://www.reginamundi.info/icone/roveto.asp
http://www.santiebeati.it/dettaglio/69000
FOTO:
Foto 1 – Di Юрий Рудницкий – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29152166
Foto 2 – Di anonimous – http://days.pravoslavie.ru/Images/ii2914&263.htm, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3639213