La Madonna del Giorno (20 Aprile 1906) – VERGINE ADDOLORATA DI QUITO, Quito, Ecuador
Breve Storia
Il 20 aprile 1906, 36 studenti dell’Accademia di San Gabriele, condotti dai Padri Gesuiti a Quito, in Ecuador, avevano appena finito il loro pasto serale. Fra Luis Alberdi stava per portarli alla sala studio, quando padre André Roesch, il Prefetto, disse ai ragazzi che potevano continuare la ricreazione. I ragazzi più giovani hanno continuato a giocare e parlare tra loro, mentre Padre Roesch si era fermato con i più grandi per parlare del terremoto che aveva appena colpito San Francisco.
Quattro dei ragazzi più giovani, che avevano da poco fatto la loro prima comunione, stavano conversando su argomenti religiosi quando Jaime Chaves, il più giovane dei quattro, alzò gli occhi ad un quadro della Madonna Addolorata appeso su una parete in refettorio a circa tre metri di distanza.
Spinto da un’ispirazione interiore, il ragazzo guardando attentamente la foto si rese conto che la Vergine lentamente apriva e chiudeva gli occhi. Spaventato cercò di attirare subito l’attenzione del prefetto e degli altri compagni. Il fenomeno è durato circa un quarto d’ora. Il Prefetto sostenendo che si trattava di un’illusione cercò di spingere tutti i ragazzi in cappella per dire un rosario prima ancora che il prodigio si fosse concluso.
L’immagine in questione è un dipinto ad olio di medie dimensioni (15 “x 17” – 38 cm x 42 cm), che rappresenta la Madre Addolorata che detiene la corona di spine e tre chiodi, il suo cuore trafitto da sette spade. Questo dipinto molto espressivo ispira devozione, soprattutto il dolore profondo e la gentilezza indescrivibile visibile sul volto della Madre di Dio.
Il miracolo si ripete
Il miracolo dell’animazione degli occhi della Vergine si è riverificato in diverse occasioni. La seconda volta ancora agli studenti della stessa accademia. Alle otto di sera, mentre stavano pregando davanti all’immagine sacra, spostata in cappella, non appena fu terminato il rosario, prima di iniziare le Litanie della Beata Vergine, tutti i ragazzi spontaneamente e contemporaneamente esclamarono: “I suoi occhi si muovono!”
Ovviamente a questo punto il quadro venne preso in esame da una commissione e dalle autorità ecclesiastiche. Le procedure canoniche sono state condotte con grande prudenza.
Triduo solenne
Sei settimane dopo il primo miracolo, il Vicario generale della diocesi aveva ordinato il trasferimento dell’immagine miracolosa. Mediante una processione solenne venne portata dalla cappella dell’accademia alla chiesa adiacente dei Padri, dove con un triduo solenne fu celebrato il miracolo della lacrimazione. Tutte le comunità della città, le varie associazioni, le accademie e le scuole, la maggior parte della nobiltà della capitale e più di trentamila persone presero parte a questo evento. Una tale manifestazione di fede spontanea, su così larga scala si era vista raramente nella tranquilla città di Quito. In quei giorni molte furono le conversioni.
“Un albero si riconosce dai suoi frutti”
La conversione più eclatante fu quella del direttore di uno dei più famosi giornali anti clericali (Tiempo) Il giornalista incredulo si era unito alla folla dei fedeli con la sola intenzione di schernire la Santa Vergine. Tuttavia, non appena la vide aprire e chiudere gli occhi, cadde in ginocchio e scoppiò in lacrime di vero pentimento. Il suo successivo modo di vita dimostrò la sincerità della sua conversione.
Un altro fedele si ostinò per ben tre volte a dire davanti al quadro che non credeva al fenomeno, ma qualcosa continuava a costringendolo a ritornare alla chiesa. Quando per la terza volta vide il volto della Vergine Addolorata chiudere e aprire gli occhi, anch’egli cadde in ginocchio chiedendo perdono per la sua incredulità.
Molte persone che hanno assistito a questo miracolo vedendo gli occhi della Vergine prendere vita, si sono sentiti fortemente mossi dalla grazia ed attratti dalla pratica della virtù.
Gli sviluppi
Il triduo non fu più sufficiente per i credenti che iniziarono anche una novena per chiedere la protezione della Madonna sull’Ecuador. Il prodigio degli occhi si rinnovò per tre giorni consecutivi sempre testimoniato da molte persone. Nel momento in cui si era verificato per la prima volta, la sede episcopale di Quito era vacante, mentre alla fine della novena il posto era stato assegnato e quello stesso giorno si rinnovò nuovamente il miracolo per tre volte, era il 6 luglio 1906 alle due del pomeriggio, al momento in cui il nuovo arcivescovo entrava in città, e il coro cantava:
Ancora una volta, o Maria, Volgi i tuoi occhi materni su coloro che inginocchiandosi davanti a te, implorano la tua compassione.
La Beata Vergine muoveva lentamente gli occhi, lo sfondo dell’immagine sembrava sbiadito e il Suo volto spiccava come fosse in rilievo. La sua carnagione era quella di una persona che viva. La Vergine apriva e chiudeva gli occhi. Due volte li sollevò al cielo. A volte sembrava sforzarsi per trattenere le lacrime. Poi il suo volto impallidiva diventando come di cera, quasi stesse per morire. I fedeli sgomenti scoppiavano in lacrime, implorando il perdono e la misericordia. Alla fine il volto della Vergine tornava alla sua solita serenità e di colore naturale.
Lo stesso miracolo si è svolto in Riobamba (capitale della Provincia del Chimborazo a 200 km a sud della capitale Quito) con una riproduzione dell’immagine sacra. I membri di una delle famiglie più importanti di quella città e oltre venti altre persone, tra cui il presidente locale, vide i suoi occhi aprirsi e chiudersi molto distintamente.
Indagine canonica
Come abbiamo già detto, l’indagine canonica è stata condotta con la dovuta gravità. Prima della nomina del nuovo arcivescovo, il Vicario generale aveva raccolto tutti i testimoni, più di quaranta spiegando l’importanza e la grandezza della dichiarazione scritta che stavano per firmare. Queste dichiarazioni dovevano essere fatte sotto giuramento davanti a testimoni imparziali. La Commissione d’inchiesta composta da diversi uomini di scienza quali fisici, chimici, fotografi, medici e teologi deliberarono a lungo per evitare il minimo sospetto di parzialità o di proprio interesse, i gesuiti non erano autorizzati a partecipare a queste commissioni. Calunniatori avevano tentato di attaccare questi procedimenti ed etichettare il tutto come una bufala. Pertanto, doveva essere dimostrato che non vi era alcun ragionevole fondamento alle loro accuse. Una volta che l’indagine e le formalità prescritte furono concluse il Vicario generale rilasciò la seguente dichiarazione a Quito il 3 Giugno 1906:
- L’evento che si è verificato il 20 aprile all’Accademia dei Padri Gesuiti è stabilito come storicamente determinato.
- L’evento, considerando le circostanze in cui è avvenuto non può essere spiegato da leggi naturali.
- L’evento, in funzione di ciò che lo ha preceduto e di ciò che ne è seguito, non può essere attribuito ad alcuna influenza diabolica.
E il decreto aggiunge: di conseguenza, è permesso credere in esso. I fedeli possono rendere all’immagine che cagionò questo evento devozioni pubbliche consentite dalla Chiesa, e pregare davanti all’immagine con legittima fiducia.
Per comprendere la dichiarazione di cui al terzo comma dobbiamo precisare che l’evento era stato previsto dalla Santa Vergine ad una giovane ragazza di alta virtù, ben nota per i suoi doni soprannaturali. Alcuni giorni prima dell’evento, La Vergine Maria le aveva rivelato che lo scopo era quello di dare un segno particolare della sua approvazione alle pratiche religiose ai ragazzi cosa che nell’Accademia di San Gabriele sembrava essere in declino. Infatti grazie a questo miracolo la fede si riaccese per gli studenti come per gli insegnanti.
VIDEO STORIA: (l’audio in spagnolo)
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Fonti:
http://www.catholictradition.org/Mary/del-colegio.htm
http://materdolorosa.comunidades.net/quito
https://biscobreak.altervista.org/2016/04/vergine-addolorata-di-quito/.
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/francesco-la-guida-di-maria-nel-viaggio-in-sudamerica-