La Madonna del Giorno (4 Agosto) – La Madonna del Curato d’Ars
Si è frequentemente citata la frase che caratterizza l’orientamento precoce della pietà mariana del Curato d’Ars: “La Santa Vergine è il mio più antico affetto. Io l’ho amata ancor prima di conoscerla”.
S. Giovanni Maria Vianney ebbe, nel mezzo stesso della tempesta rivoluzionaria francese, un’infanzia profondamente religiosa. La Vergine Maria vi aveva un grande posto, e gli episodi che testimoniano l’attaccamento precoce che il pio ragazzino ebbe per lei sono molteplici. Il Curato d’Ars avrà per tutta la sua vita il culto delle immagini, e particolarmente delle immagini della Madonna. Nella storia della sua fanciullezza, vi sono umili raffigurazioni ch’egli amava. E’ interessante a questo proposito, ciò che ha scritto, senza pretesa letteraria la fedele Caterina Lassagne: ”Quando andava nei campi per custodire le greggi di suo padre, egli si compiaceva nello modellare la terra argillosa con cui faceva del suo meglio piccole statue della Santa Vergine e dei santi. Sua sorella mi ha detto che aveva fatto una statua della Santa Vergine che sembrava passabile, che la si era lasciata seccare in forno e che egli l’aveva custodita per molto tempo, in casa”. La buona ragazza continua: “Più tardi, gli avevano regalato una statuetta della Santa Vergine. Egli era ben contento. Non la lasciva né di giorno né di notte”.
Tutti i biografi hanno conservato quest’altro ricordo: Una nuova statua, forse più bella della precedente, era diventata proprietà del fanciullo. Egli ne fece un uso abbastanza inatteso. Volendo partecipare ai lavori della terra in compagnia del suo fratello maggiore, egli non trovò migliore stimolo, per ravvivare la sua grinta, che di gettare progressivamente, lontana davanti a lui, l’immagine della Vergine, raccogliendola, poi gettandola di nuovo e camminando sempre più verso di essa. Egli si intratteneva così nell’intimità della Madonna. La sera di quel giorno, egli disse a sua madre: “Abbiate fiducia nella Santa Vergine. Io l’ho ben invocata tutto il giorno, ella mi ha ben aiutato oggi, ho potuto seguire mio fratello e non sono affatto stanco” (Margherita Vianney, Processo Ordinario, p. 1013).
Giovanni Maria manifestava d’altronde in ben altre maniere la sua devozione mariana. Il suo amico André Provins poteva, molto tempo dopo, riportare come teste al processo di beatificazione: “Quando sentiva suonare l’ora all’orologio della parrocchia, egli si scopriva il capo e recitava un’Ave Maria. Era molto esatto nel farci dire l’Angelus” (André Provins, Processo Ordinario, p. 1003).
Diventato allievo nel seminario di Verrières, non si segnalò affatto peri suoi brillanti successi scolastici, ma si fece notare per la sua pietà e soprattutto per la sua devozione alla Vergine. “Se ne dichiarò schiavo devoto associandosi alla Santa Schiavitù di Maria. Ne era uno dei più zelanti e dei più fedeli associati. Portava lo scapolare del santo Rosario, ed era fiero di portare la catena della Santa Schiavitù”. Il povero seminarista, che era stato annotato come “debilissimus” e, tutt’al più, “debilior”, nel seminario Sant’Ireneo di Lione, non aveva che un difensore – stupefacentemente perseverante d’altronde – il suo maestro, l’abate Balley, parroco di Ecully. Questo formidabile sacerdote era un’autorità in diocesi e si faceva garante dell’allievo. Riuscì a convincere il vicario generale, M. Corion, che si attenne presso i direttori a questo questionario veloce: “Il giovane Vianney è pio? Sa ben dire il suo rosario? Ha devozione alla Santa Vergine? E’ un modello di pietà, gli si rispose. Ebbene, io lo ricevo, la grazia divina farà il resto”.
Una volta ordinato sacerdote, in seguito come vicario ad Ecully, Giovanni Maria si affermò, in ogni circostanza, come il devoto appassionato di Maria. Ben prima della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, lo si vide farsi, con raro ardore, il difensore del privilegio della Vergine concepita senza peccato. L’abate Toccanier lo ricorda: “Egli copiava delle preghiere in onore dell’Immacolata Concezione e le diffondeva nella parrocchia”. Giovanni Maria Chanay, da parte sua, precisa: “Egli compose, con M. Balley, il rosario dell’Immacolata Concezione, che tutte le sere tuttora si recita ancora ad Ars. Lui stesso, per ottenere una perfetta purezza di cuore, si era legato con un voto ispirato dalla sua pietà mariana. recitava una volta al giorno il Regina cæli e sei volte al giorno la preghiera: Sia benedetta la Santissima ed Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio. Per sempre. Amen”.
In un Angelus (15 Agosto 2009) di Papa Bendetto XVI nell’Anno dei Sacerdoti, diceva:
I biografi attestano che san Giovanni Maria Vianney parlava della Madonna con devozione e al tempo stesso con confidenza e immediatezza. “La Santa Vergine – soleva ripetere – è senza macchia, ornata di tutte le virtù che la rendono così bella e gradita alla SS. Trinità” (B. Nodet, Il pensiero e l’anima del Curato d’Ars, Torino 1967, p. 303). E inoltre: “Il cuore di questa buona Madre non è che amore e misericordia, non desidera che di vederci felici. Basta solo rivolgersi a Lei per essere esauditi” (ivi, 307). Traspare da queste espressioni lo zelo del sacerdote, che, mosso da anelito apostolico, gioisce nel parlare di Maria ai fedeli, e non si stanca mai di farlo. Anche un mistero arduo come quello odierno dell’Assunzione, egli sapeva presentarlo con immagini efficaci, ad esempio così: “L’uomo era creato per il cielo. Il demonio ha spezzato la scala che vi conduceva. Nostro Signore, con la sua Passione, ce ne ha formata un’altra… La SS. Vergine è sull’alto della scala e la tiene a due mani” (ibid.).
Il Santo Curato d’Ars era attratto soprattutto dalla bellezza di Maria, bellezza che coincide con il suo essere l’Immacolata, l’unica creatura concepita senza ombra di peccato. “La Santa Vergine – affermava – è quella bella creatura che non ha mai disgustato il buon Dio” (ivi, 306). Quale pastore buono e fedele, egli dette prima di tutto l’esempio, anche in questo amore filiale per la Madre di Gesù, dalla quale si sentiva attratto verso il cielo. “Se non andassi in cielo – esclamava – come sarei addolorato! Non vedrei mai la Santa Vergine, questa creatura così bella!” (ivi, 309). Consacrò inoltre più volte la sua parrocchia alla Madonna, raccomandando specialmente alle mamme di fare altrettanto ogni mattina con i loro figli. Cari fratelli e sorelle, facciamo nostri i sentimenti del Santo Curato d’Ars. E con la stessa fede, rivolgiamoci verso Maria Assunta in cielo, affidandole in modo particolare i sacerdoti del mondo intero.
Fonti:
http://www.devozionemariana.org/4-santi-dei-nostri-giorni/curato-d-ars
http://www.latheotokos.it/modules.php?name=News&file=article&sid=630
http://www.donbosco-torino.it/ita/RMA_Archivio-2013-15/2-Maria-di-Nazaret/2013/01-02-Maria-e-Curato-D-Ars-T.html
Angelus 15 agosto 2009 – http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/angelus/2009/documents/hf_ben-xvi_ang_20090815_assunzione.html