La Madonna del Giorno (6 Settembre) – MAGNA MATER AUSTRIAE MARIAZELL, AUSTRIA

Il Santuario di Mariazell  

Ai piedi della “Magna Mater Austriae”. Il Santuario di Mariazell tra i monti della Stiria, in Austria, a 870 mt. di altezza. Situato in una verde conca della Stiria, nel cuore della Mitteleuropa alle estreme propaggini delle Alpi Orientali, questo antico Santuario è il cuore dell’Austria mariana ed una delle più frequentate mete di pellegrinaggio dell’Europa Centrale.

Sotto la “Porta della Pace” della Basilica passano ogni anno, da Pasqua fino ad Ognissanti, più di mezzo milione di pellegrini, per inginocchiarsi davanti all’Altare della Cappella, confessarsi e comunicarsi.

Ogni sabato, poi, intorno all’edificio sacro si svolge una suggestiva processione di luci, aperta dai Padri Benedettini, vigili custodi del Santuario fin dal lontano 1157.

Stiamo parlando di Mariazell, il Santuario mariano più antico dell’Austria ed il più grande luogo di pellegrinaggio dell’Europa Centrale. Qui si è svolto, il 22 Maggio dello scorso anno, il “Mitteleuropäischer Katholikentag”, l’incontro dei Cattolici dell’Europa Centrale, a cui hanno partecipato oltre centomila pellegrini, accompagnati da un migliaio di sacerdoti. Due grandi gru poste sulla piazza antistante il Santuario simbolizzavano, quel giorno, il difficile ma necessario cantiere europeo, dove tutti i Cristiani sono invitati a costruire insieme, nel nome della fraternità e della pace.

La “Cappella delle Grazie”

L’affluenza dei pellegrini aumentò in continuazione. Intorno al 1400 Mariazell era un luogo di pellegrinaggio conosciuto anche all’Estero: pellegrini provenienti dalla regione dell’odierna Baviera, dalla Boemia, dalla Francia, dall’Italia, dalla Croazia, dalla Polonia, dalla Germania, dalla Svizzera e soprattutto dall’Austria e dall’Ungheria, cercavano aiuto presso la “Madonna delle Grazie” di Mariazell.

Imperatori, re e principi delle varie Case regnanti d’Europa con le loro frequenti visite, le loro concessioni di privilegi e i loro preziosi doni al Santuario, ne hanno fatto col tempo un così importante luogo di pellegrinaggio che nella lista dei venditori del mercato dell’anno 1390 figuravano vicino alla chiesa ben 23 baracche, antesignane delle moderne “bancarelle”. Attorno alla prodigiosa immagine della Madonna, il Monastero costruito sulle amene montagne della Stiria si ingrandì e si abbellì. I regnanti austriaci si gloriarono di esserne i munifici e devoti protettori, permettendo al Santuario di arricchirsi di opere d’arte, di biblioteche e di attività benefiche.

Migliorarono anche le vie d’accesso a Mariazell, lungo le quali si costruirono Chiese e Conventi per i pellegrini e si alzarono devote Edicole mariane. Su queste strade, anche i Sovrani e gli Imperatori d’Austria si fecero pellegrini, per pregare, onorare o ringraziare la Madonna della sua protezione al popolo austriaco.

Davanti alla prodigiosa immagine, dopo la cacciata dei Turchi, l’imperatore Ferdinando II rinnovò il giuramento, già emesso a Loreto, di restaurare la fede cattolica nel suo Impero. Anche in seguito, i destini dell’Austria, nei momenti critici nazionali, venivano rimessi nelle mani della Madonna ed i pellegrini viennesi, al tempo del Protestantesimo, della guerra del 1673 contro la Francia e in occasione di epidemie, venivano a snodare lunghe processioni – se ne contarono ben 134 nel 1675 e 419 nel 1712 – attorno alla “Cappella delle Grazie”, cantando umilmente: “Proteggi, o Maria, il Sacro Romano Impero e tutti i popoli”.

Non dobbiamo dimenticare che l’Austria è stata consacrata all’Immacolata dall’imperatore Ferdinando III fin dal 1647: ancora oggi a Vienna una grande colonna sta a ricordare l’avvenimento. Il legame di questa terra con Maria è perciò assai antico e altrettanto profondo.

A tutt’oggi Mariazell è meta, oltre che di pellegrini provenienti dagli Stati limitrofi orientali e meridionali confinanti con l’Austria, di devoti da ogni parte del pianeta, che giungono qui, nel cuore della Stiria, per invocare la materna protezione di Maria, sicché questa Cittadina austriaca, di poco meno di duemila abitanti, arriva a ospitare ogni anno circa un milione di pellegrini e visitatori.

Simbolo delle radici cristiane dell’Europa

La chiesa, situata in un grandioso paesaggio montagnoso, fra boschi di pini e rocce scoscese, è nella sua forma presente il lavoro dell’architetto Domenico Sciassia. In stile gotico, risalente al sec. XIV, fu infatti ampiamente modificata negli anni 1644-83 dal celebre architetto italiano, il quale elevò sulla facciata le due torri a fianco della preesistente torre gotica e costruì le Cappelle laterali e la grande navata trasversale con Cupola centrale.

Un portale gotico a rilievi immette nel grandioso interno a tre navate e gallerie, trasformato dal barocco; al centro, prima del transetto ed isolata, la Gnadenkapelle, la Cappella miracolosa, ove è venerata la statua romanica della Madonna del sec. XII detta della “Magna Mater Austriae”, racchiusa entro un fastoso Altare d’argento disegnato da Ficher von Eriach il Giovane ed eseguito ad Augsburg [Augusta] nel 1727. L’Altare Maggiore, un dono di ringraziamento dell’imperatore Carlo VI, fu eretto per l’appunto durante gli anni 1692-1704 da Giovanni Bernardo Fischer von Eriach, il cui figlio Giuseppe Emanuele disegnò, invece, l’Altare della “Madonna delle Grazie”, sul quale troneggia la statua della Vergine col Bambino, alta appena 49 centimetri.

Avvolta sempre da un manto, secondo una antica usanza, la statua si trova nel mezzo della chiesa, dentro la “Cappella delle Grazie”, che è di stile gotico baroccato e di forma trapezoidale con un grande arco all’ingresso e recintata da una sontuosa cancellata d’argento, opera degli orefici viennesi Würth e Moser e dono dell’imperatrice Maria Teresa. Sotto la Cupola alta e luminosa fu eretta, nel 1682, una colonna votiva, sormontata da una statua di legno della Madonna del secolo XVI. Questa “Madonna del buon ritorno”, dallo sguardo amabile, la corona in capo, lo scettro in mano e il Bambino benedicente, è una delle più belle e commoventi sculture della Basilica-Santuario.

Innumerevoli ex voto nelle gallerie della chiesa e nella sala del tesoro testimoniano in modo impressionante la grande fiducia riposta, nel corso dei secoli, da fiumane di pellegrini a “Nostra Signora di Mariazell”. Così, solo per dare qualche esempio, nei quadri si possono trovare rappresentati: un muratore ritrovato incolume sotto una volta crollata; un medico rialzatosi senza ferite dopo una mortale caduta; un fanciullo caduto sotto la ruota di un mulino restato sano e salvo; un operaio che, dopo essere stato colpito da un fulmine, ha potuto continuare incolume il proprio lavoro.

La “Magna Mater Austriae” è oggi più che mai un simbolo della fede cristiana, sebbene le radici della devozione al Santuario di Mariazell risalgano al passato di un Impero molto esteso e legato a vari altri Paesi d’Europa, per molteplici interessi comuni e intrecci di parentele. A Mariazell, nella regione più ricca di acque di tutta l’Europa, dove cristallini ruscelli di montagna scorrono attraverso verdi pascoli, rocce e gole che invitano alla preghiera e alla contemplazione della natura, e tutto sembra parlare di Dio e della sua Creazione, volle recarsi in devoto pellegrinaggio, nel lontano 11 settembre 1912, il “Papa buono”, S. Giovanni XXIII.

A Mariazell anche S. Giovanni Paolo II ha voluto portarsi come pellegrino, il 13 settembre 1983, dopo aver partecipato all’Assemblea dei Cattolici mitteleuropei di Vienna. Quel giorno di oltre vent’anni fa il Santo Padre si prostrò ai piedi della Vergine di Mariazell in filiale raccoglimento, per invocare da Lei – alle soglie del XXI secolo – la materna benedizione sull’Austria, sull’Europa da riunire e da rigenerare alla fede cristiana e sul mondo intero.

VIDEO PELLEGRINAGGIO:
1) ESTERNO: CITTA’ e SANTUARIO

YouTube player

2) SANTUARIO e INTERNO

YouTube player

FONTI:

Autore: Maria Di Lorenzo

http://www.mariadinazareth.it/Europa%20Cristiana/Luoghi%20di%20culto/santuario%20di%20Mariazell.htm

rivista “Madre di Dio”, gennaio 2005

http://www.latheotokos.it/programmi/FESTE_MARIANE/1—15-settembre.html