La Madonna del Giorno (13 Dicembre) – Nostra Signora del Latte Dolce, Sassari, Sardegna, Italia
STORIA DELLA CHIESA DEL LATTEDOLCE
Se c’è a Sassari un nome di luogo che ha allargato il proprio ambito, è quello del Lattedolce: da una chiesa di campagna è passato a indicare un quartiere che, se non è il più grande, è di certo uno dei più grandi. È un nome recente, la località si chiamava Bosove.
Poco dopo il Mille la si trova citata nel «condaghe», il registro degli atti patrimoniali del convento di San Pietro di Silki (dalla parte opposta della città), e in un altro condaghe, detto di San Gavino. Qui si racconta che gli abitanti del villaggio di Bosove diedero una mano per il trasporto in lettiga del sovrano del Logudoro, il giudice Comita che, malato di lebbra, si recava a Porto Torres per dedicare una chiesa ai martiri Gavino, Proto e Gianuario. La lebbra era nel destino del villaggio perché poco tempo dopo, nel 1177, un successore di Comita, Barisone II, vi fondò un ospedale per la cura della terribile malattia dotandolo di terreni e di molti altri beni. In quel periodo fu costruita anche la piccola chiesa, intitolata in origine a San Leonardo. La dedica alla Madonna del Lattedolce è venuta molto più tardi, quasi per caso. Agli inizi dell’Ottocento, quando l’ospedale non era più in funzione e l’edificio sacro era in rovina, iniziò a frequentarlo un uomo pio che voleva darsi all’eremitaggio. E, nel ripulire i muri, scoprì un affresco che rappresentava la Madonna in atto di allattare il Bambino.
Si gridò al miracolo, l’edificio fu ripristinato e, col nuovo nome, fu da allora frequentato e amato dai sassaresi. Lo raggiungevano in pellegrinaggio, percorrendo un sentiero di campagna, e così lo ricordano i più anziani. Il poeta Salvator Ruju, scomparso nel 1966, ha celebrato la «geisgiarédda», la chiesetta collocata in un luogo «di sirenziu e d’aimunia»; ma ha previsto anche che in breve tempo sarebbe diventata «una géisgia di periferia».
STORIA DELLA DEVOZIONE e PELLEGRINAGGI
Non sono molti, ormai, ad avere, a Sassari, ricordi precisi di quando il Latte Dolce era una chiesetta immersa nella campagna, accessibile soltanto attraverso un viottolo. Vi si svolgevano pellegrinaggi che per la durata ed il carattere del percorso, erano veri e propri atti di mortificazione. Soprattutto in ottobre dalla città si partiva all’alba per giungere alla chiesetta campestre in tempo per la prima Messa in modo che si potesse esser di ritorno per l’ora del lavoro.
Questi pellegrinaggi erano tanto più caratteristici in quanto vi partecipavano (recandosi a piedi) le gestanti o le madri che avevano partorito da poco, specialmente quelle che avevano qualche difficoltà per l’allattamento: si rivolgevano all’effigie di Nostra Signora del Latte Dolce, appunto mentre allatta Gesù, una singolare immagine in tutta la Sardegna ove raramente la Madonna è effigiata con tanta umanità. L’affresco, rinvenuto casualmente in mezzo ai rovi e tra le rovine di quella che probabilmente fu la chiesetta campestre più antica di Sassari (o almeno quella di cui si hanno più vecchie notizie), è ritenuto da allora miracoloso e venerato soprattutto dalle giovani madri.
Ora la chiesetta, ricostruita attorno a quella reliquia pittorica, è immersa, non più nella quieta campagna del “MONTE”, bensì in uno dei più frastornati ammassi di cemento armato del popolare quartiere, ma continua a mantenere la sua antica dignità tra palazzoni quasi tutti fatti in serie.
Nuovo Chiesa costruita per accogliere più pellegrini. Festa dell’incoronazione 7 Dicembre 1958. La Festa liturgica è 2° domenica di ottobre.
VIDEO DOCUMENTARIO DELLA FESTA NOSTRA SIGNORA LATTE DOLCE
FONTI:
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2008/10/11/SC4PO_SC402.html
http://web.tiscali.it/benibeniu/rassegna.htm
http://www.lanuovasardegna.it/regione/2011/06/30/news/la-leggenda-della-chiesa-del-lattedolce-1.3477964
Foto da – http://sassaristoria.blogspot.com/2013/10/chiesa-latte-dolce.html
http://www.wherewewalked.info/feasts/12-December/12-07.htm