La Madonna del Giorno (11-12 Dicembre) – SECONDA PARTE: Misteri e Prodigi della Beata Vergine Maria di Guadalupe, Messico
MISTERO DEGLI OCCHI VIVI DELLA MADONNA
Esami oftalmologici giungono alla conclusione che l’occhio di Maria è un occhio umano che sembra vivo, ivi inclusa la retina in cui si riflette l’immagine di un uomo con le mani aperte: Juan Diego.
L’immagine nell’occhio ubbidisce alle leggi note dell’ottica, in particolare a quella che afferma che un oggetto in piena luce può riflettersi tre volte nell’occhio (legge di Purkinje-Samson). I risultati più incredibili sono venuti dall’esame degli occhi della Vergine di Guadalupe. Secondo la legge ottica di Purkinje-Sanson, due ricercatori che la scoprirono nel secolo XIX, nell’occhio umano si formano tre immagini riflesse degli oggetti osservati: a) una sulla superficie esterna della cornea; b) la seconda sulla superficie esterna del cristallino; c) la terza, rovesciata, sulla superficie interna del cristallino stesso. Che tali immagini riflesse, oltre che negli occhi di una persona vivente, possono essere viste anche negli occhi di un volto umano dipinto su una tela è impossibile. Eppure, nel 1929, il fotografo Alfonso Marcué González, esaminando alcuni negativi dell’immagine della Madonna di Guadalupe, scorge nell’occhio destro qualcosa di simile al riflesso di un mezzo busto umano. La scoperta, viene confermata il 29 maggio 1951 dal fotografo ufficiale del santuario, José Carlos Salinas Chávez, che attesta con un documento scritto di aver notato riflessa nella pupilla del lato destro della Vergine di Guadalupe la testa di Juan Diego, e accerta subito la presenza anche sul lato sinistro”.
Negli anni successivi, Illustri oftalmologi, con osservazioni dirette compiute sulla tilma priva del vetro protettivo, individuano, nel solo occhio destro, la seconda e la terza immagine di Purkinje-Sanson. Nel 1979 l’ingegnere peruviano José Aste Tonsmann, esperto di elaborazione elettronica delle immagini, può analizzare i riflessi visibili negli occhi della Morenita, con il metodo dell’elaborazione elettronica, usato per la decifrazione delle immagini inviate sulla terra dai satelliti artificiali e dalle sonde spaziali. Con questo metodo, basato sulla scomposizione di una figura in punti luminosi e sulla traduzione della luminosità di ciascun punto nel codice binario del calcolatore elettronico, José Aste Tonsmann riesce a ingrandire le iridi degli occhi fino a 2500 volte le loro dimensioni originarie, e a rendere, mediante opportuni procedimenti matematici e ottici, il più possibile nitide le immagini in esse contenute. Il risultato ha, ancora una volta, dell’incredibile: negli occhi della Vergine, è riflessa l’intera scena di Juan Diego che apre la sua tilma davanti al vescovo Juan de Zumárraga e agli altri testimoni del miracolo. In questa scena è possibile individuare, da sinistra verso destra guardando l’occhio: un indio seduto, che guarda in alto; il profilo di un uomo anziano, con la barba bianca e la testa segnata da un’avanzata calvizie e da qualcosa di simile alla chierica dei frati; un uomo più giovane; un indio dai lineamenti marcati, con barba e baffi, certamente Juan Diego, che apre il proprio mantello, ancora privo dell’immagine, davanti al vescovo; una donna dal volto scuro; un uomo dai tratti spagnoli che si accarezza la barba con la mano. Tutti questi personaggi guardano verso la tilma, meno il primo, l’indio seduto, che sembra guardare piuttosto il viso di Juan Diego. Insomma, negli occhi dell’immagine di Guadalupe vi è come una istantanea di quanto accaduto nel vescovado di Città di Messico al momento in cui l’immagine stessa si formò sulla tilma. Al centro delle pupille, infine, si nota, in scala molto più ridotta, un’altra scena, del tutto indipendente dalla prima, in cui compare un vero e proprio gruppo familiare indigeno composto da una donna, da un uomo, da alcuni bambini, e – nel solo occhio destro – da altre persone in piedi dietro la donna.
La scoperta e la conferma scientifica della presenza di queste immagini negli occhi appaiono come la conferma definitiva dell’origine prodigiosa dell’icona guadalupana: è materialmente impossibile dipingere tutte queste figure in cerchietti di circa 8 millimetri di diametro, quali sono le iridi della Morenita, e per di più nell’assoluto rispetto di leggi ottiche scoperte solo un secolo dopo! Inoltre, la scena del vescovado come appare negli occhi, non è quella che poteva essere vista dalla superficie della tilma, dato che vi compare Juan Diego con la tilma dispiegata davanti al vescovo. A questo proposito José Aste Tonsmann avanza l’ipotesi che la Vergine fosse presente, sebbene invisibile, al fatto, e abbia proiettata sulla tilma la propria immagine, avente negli occhi il riflesso di ciò che stava vedendo.
La rete venosa normale microscopica sulle palpebre e la cornea degli occhi della Vergine è perfettamente riconoscibile. Nessun pittore umano avrebbe potuto riprodurre simili particolari.
Altri studi oftalmologici realizzati sugli Occhi di Maria hanno scoperto che avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, torna a dilatarsi, esattamente come accade a un occhio vivo.
IL MISTERO DI UNA DONNA INCINTA DI TRE MESI
Misure ginecologiche hanno stabilito che la Vergine dell’Immagine ha le dimensioni fisiche di una donna incinta di tre mesi. Sotto la cintura che trattiene la veste, al posto stesso dell’embrione, spicca un fiore con quattro petali: il Fiore solare, il più familiare dei geroglifici degli Aztechi che simboleggia per loro la divinità, il centro del mondo, del cielo, del tempo e dello spazio. Dal collo della Vergine pende una spilla il cui centro è adorno di una piccola croce, che ricorda la morte di Cristo sulla Croce per la salvezza di tutti gli uomini. Vari altri particolari dell’Immagine di Maria fanno di essa uno straordinario documento per la nostra epoca, che li può constatare grazie alle tecniche moderne.
IL PRODIGIO DI LUCE DELLA MADONNA DI GUADALUPE INCINTA
(Notizia del 17 giugno 2007)
Dopo la messa dedicata ai bambini mai nati i presenti alla basilica della Madonna di Guadalupe hanno assistito ad un prodigio: l’immagine della Madonna ha iniziato ad affievolirsi per lasciare il posto a una luce intensa che emanava dal suo grembo un fascio di luce divina a forma di embrione. Si è presentato ai loro occhi “il Cristo non nato”, “Cristo prima di nascere”.
L’ingegnere Luis Girault ha studiato le immagini per constatare la loro veridicità, comprovando che il negativo non è stato modificato né alterato con immagini sovrapposte ed è stato verificato che la luce non proviene da alcun riflesso, ma proprio dall’immagine della santissima Madonna di Guadalupe.
Si tratta di una luce bianca purissima e intensa che non si trova nelle normali fotografie. La luce ha un alone attorno e si trova all’altezza del grembo della madonna di Guadalupe. Sono apprezzabili delle ombre con le caratteristiche fisiche di un bebe’ allo stato embrionale nel grembo materno.
UNA BOMBA CONTRO LA MADONNA
C’è una storia bellissima e poco nota sulla Basilica di Guadalupe e di come l’immagine della Vergine Maria venne salvata da un Crocifisso.
Il 14 Novembre del 1921, “un uomo sconosciuto, con il pretesto di depositare un mazzo di fiori si avvicinò all’altare e pose la sua offerta davanti alla venerata immagine della Madonna”.
“Verso le 10:30 del mattino esplose una bomba dinamitarda nascosta tra i fiori. L’esplosione danneggiò i gradini dell’altare, fatti di marmo, i candelabri di ottone e il Crocifisso che fu contorto dall’energia sprigionata dalla bomba.
La storia ricorda che il vetro del dipinto che proteggeva l’immagine della Vergine di Guadalupe non si ruppe nemmeno dopo l’esplosione.
Da allora, i fedeli del Messico hanno iniziato a venerare questa immagine di Nostro Signore Crocifisso in modo speciale perché considerano che Gesù abbia difeso sua Madre. Da allora il Crocifisso è stato rinominato “il Santo Cristo dell’Attentato”.
UN MESSAGGIO DI EVANGELIZZAZIONE
L’immagine di Nostra Signora di Guadalupe porta un messaggio di evangelizzazione: la Basilica di Città del Messico è un centro «dal quale scorre un fiume di luce del Vangelo di Cristo, che si diffonde su tutta la terra attraverso l’Immagine misericordiosa di Maria» (Giovanni Paolo II, 12 dicembre 1981).
Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto Nostra Signora di Guadalupe come la “prima evangelizzatrice dell’America Latina” (Cfr. 6-V-1990, No. 4). Le ragioni probabilmente risalgono all’immagine della Vergine con volto da indigena si plasmò per sempre non soltanto sulla tela di agave dell’indigeno, ma anche sull’anima del popolo messicano e dell’intera America Latina.
Narrano i cronisti che gli Aztechi avevano mostrato resistenza nei confronti della proposta missionaria degli evangelizzatori fino all’apparizione della “perfetta sempre Vergine Santa Maria”, come ella stessa aveva detto di chiamarsi. Il suo volto, quello di una giovane indigena, i suoi vestiti che riprendono i colori delle divinità dominanti, la sua abbagliante radiosità, la cintura nera che porta alla vita e che costituisce un segnale che è portatrice di un figlio, vale a dire di vita, quindi anche di speranza agli occhi di quegli indigeni, che vedevano come il loro impero azteco fosse in procinto di soccombere di fronte all’avanzata dei conquistatori, avrebbero fatto in modo che la resistenza nei confronti della proposta cristiana si trasformasse in un atteggiamento di accettazione, poiché avevano sentito che la “Signora del Cielo” stava dalla loro parte.
LA MADONNA DELLA VITA
Inoltre, con il suo intervento in favore del popolo azteco, la Vergine ha contribuito alla salvezza di innumerevoli vite umane dai sacrifici umani, e la sua gravidanza può esser interpretata come un appello speciale in favore dei nascituri e della difesa della vita umana; tale appello è di grande attualità ai giorni nostri, in cui si moltiplicano e si aggravano le minacce contro la vita delle persone e dei popoli, soprattutto quando si tratta di una vita debole ed inerme. Il Concilio Vaticano II ha deplorato con forza i crimini contro la vita umana:
“Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario, TUTTO CIÒ CHE VIOLA L’INTEGRITÀ’ DELLA PERSONA UMANA… (…); tutte queste cose, e altre simili, sono certamente VERGOGNOSE. Mentre GUASTANO LA CIVILTÀ UMANA, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l’onore del Creatore” (“Gaudium et Spes”, n.27).
Di fronte a tali flagelli, che si sviluppano grazie ai progressi scientifici e tecnici, e che beneficiano di un ampio consenso sociale e di riconoscimenti legali, invochiamo Maria con fiducia. Essa è un «modello incomparabile di accoglienza della vita e di sollecitudine per la vita… Mostrandoci suo Figlio, ci assicura che in Lui le forze della morte sono già state vinte» (Giovanni Paolo II, Evangelium vitæ, 25 marzo 1995, nn. 102, 105). «In gigantesco duello si sono battute la morte e la vita. Il Signore della vita, già morto, ora vive e regna» (Sequenza di Pasqua).
Domandiamo a San Juan Diego, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 31 luglio 2002, di ispirarci una vera devozione per la nostra Madre Celeste, poiché «la compassione di Maria si estende a tutti coloro che la chiedono, non fosse che con un semplice saluto: “Ave, Maria…”» (Sant’Alfonso de Liguori). Lei, che è Madre di Misericordia, ci otterrà la Misericordia di Dio, specialmente se saremo caduti in peccati gravi.
“Guadalupe” significa nell’idioma indigeno: “schiaccia la testa al serpente”. È appunto il vangelo nella Genesi 3:15: Maria, vincitrice del maligno.
L’immagine è una pittura identica al dettaglio dell’Apocalisse 12: “apparve nel cielo un grande segnale, una donna avvolta nel sole, con la luna sotto i suoi piedi.”
PREGHIERA ALLA MADONNA DI GUADALUPE
Vergine Immacolata di Guadalupe,
Madre di Gesù e Madre nostra,
vincitrice del peccato e nemica del Demonio,
Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico
all’umile e generoso contadino Juan Diego.
Sul suo mantello imprimesti la Tua dolce Immagine
come segno della Tua presenza in mezzo al popolo
e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere
e addolcito le sue sofferenze.
Maria, Madre amabilissima,
noi oggi ci offriamo a te
e consacriamo per sempre al tuo Cuore Immacolato
tutto quanto ci resta di questa vita,
il nostro corpo con le sue miserie,
la nostra anima con le sue debolezze,
il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri,
le preghiere, le sofferenze, l’agonia.
O Madre dolcissima, ricordati sempre dei tuoi figli.
Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza,
dal turbamento e dall’angoscia,
dovessimo qualche volta dimenticarci di te,
allora, Madre pietosa, per l’amore che porti a Gesù,
Salve Regina
Madonna di Guadalupe, prega per noi
VIDEO DOCUMENTARIO:
Fonti:
https://biscobreak.altervista.org/2013/12/beata-vergine-maria-di-guadalupe/.
http://www.latheotokos.it/programmi/guadalupe/latilma.htm
https://tanogabo.com/il-mantello-della-vergine-di-guadalupe/.
http://www.escatologia.biz/prodigio_maddonna_di_guadalupe.htm
13 Figure negli occhi – https://it.aleteia.org/2015/06/15/le-13-figure-negli-occhi-della-madonna-di-guadalupe/2/
Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler – http://www.fuocovivo.org
https://it.churchpop.com/la-storia-di-come-il-santo-cristo-dellattentato-protesse-la-vergine-di-guadalupe/.
http://www.clerus.org/clerus/dati/2003-06/06-13/05MdDIT.html
https://tanogabo.com/il-mantello-della-vergine-di-guadalupe/.
https://biscobreak.altervista.org/2012/12/prodigio-della-madonna-di-guadalupe/.
http://www.escatologia.biz/prodigio_maddonna_di_guadalupe.htm
https://www.preghiereperlafamiglia.it/madonna-di-guadalupe.htm
Gli Immagini sono tratte da ricerche sul web
https://gloria.tv/article/HdTpafMk2VRc3S83Z7yeJJ4Y7
Il miracolo della «tilma», tre fatti scientificamente inspiegabili sull’immagine di Guadalupe
https://marycles.wordpress.com/2010/11/29/el-manto-de-la-virgen-de-guadalupe/.