Maggio, il Mese di Maria (11 Maggio) – CHI SI SALVA – (“Son pochi, o Signore, quelli che si salvano?” Luca 13, 23)

La salvezza delle anime è nei misteri di Dio. Quando alcuni ne domandarono a Gesù, Egli non volle rispondere. La risposta verrà, ma soltanto nella chiara visione dei cieli di Dio. Quanto a noi, sarebbe vana e cattiva presunzione il volerci arrogare il diritto di sentenziare sul numero degli eletti. Anche dinanzi a una morte tragica; a una vita che si spezza nel male, noi non abbiamo elemen­ti per un giudizio sicuro. Lasciamo fare alla giustizia misericordiosa di Dio. Seguiamo piuttosto il consiglio di Gesù: sforziamoci di entrare per la porta angusta che conduce al cielo: ci son tanti che dicono di volerlo e non tutti ci riescono. Stiamo attenti!

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi. Non c’è anima cui non giunga dal cielo l’on­da misteriosa della grazia, l’impulso soave del Cuore di Dio che, quasi mano materna, la sospinge a bene operare. Non c’è anima che non possa aver diritto a una gocciola del sangue di Cristo: la sua croce e il suo sangue sono di tutti, a tutti le sue braccia piagate si aprono largamente dal legno re­dentore. Ed è cibo di tutti, divino cibo di­sceso dal cielo, il Pane di vita. Se alcuno sfugge all’abbraccio di Cristo, è che volon­tariamente, testardamente ha calpestato la grazia, ha disprezzato il Pane, ha rinnega­to la croce.

Spero e voglio salvarmi. Se è tanta la mise­ricordia di Dio, perché devo disperare? Vo­glio esser desto alle voci del Signore e, pur conoscendolo così buono, non voglio che ca­da dai miei occhi la visione della sua giusti­zia. Devo studiarmi di seguir la via stretta della mortificazione, della purezza, della carità. Quante volte l’ho evitata e con quan­ta facilità sono andato al male, ho fatto il male, son rimasto nel male! Oggi riprendo a vivere con la grazia di Dio.

O Maria, che io non calpesti più il dono di Dio, e senta che Egli è con me, buono e so­ave, a rispondere alla mia chiamata, a so­stenere i miei sforzi, a proteggere la mia de­bolezza. E anche tu resta con me, o Madre: nutri nell’anima mia la speranza della sal­vezza e rendila salda con una vita che sia l’immagine della tua. Voglio salvarmi e render fecondo per l’anima il sangue pre­zioso di Cristo.

ESEMPIO

Nel 1696, il Signore dette alla Chiesa Sant’Al­fonso Maria de’ Liguori. Di nobile famiglia napoletana e già celebre avvocato, egli rinunziò ad ogni cura terrena e, non desiderando che la gloria del Maestro cui voleva consacrare la vita, depose la spada sull’altare di Nostra Signora della Mercede, dichiarandosi, da al­lora, soldato di Cristo. Più tardi egli fondò la congregazione del SS. Redentore, con lo scopo preciso di portare ai poveri la parola di Dio.

Il Santo, apprezzando il valore della vita in rapporto alla salvezza eterna, si ob­bligò per voto a non perdere mai un solo istante di tempo. Scrisse mirabilmente della Vergine Madre, alla quale egli aveva sempre rivolto il pensiero ed il cuore, come il bimbo a colei che gli ha dato la vita. Nei suoi lavori, così luminosi di erudizione e di pietà, Sant’Alfonso dimostra costantemente l’importanza della preghiera nei divini disegni e riassume tutto il suo trattato sulla grazia con queste parole: «Chi prega si salva, chi non prega si danna».

FIORETTO

Nelle nostre azioni riflettiamo: — E se fos­se l’ultima della mia vita; come vorrei farla? E facciamola cosi.

GIACULATORIA

Felix caeli porta! O felice porta del cielo!

Madre dolcissima, con cuore anelo, guardo alla patria, sospiro il cielo.

 

FONTI:

“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964

Storia di San Francesco di Sales – http://www.stellamatutina.eu/san-francesco-di-sales/