Maggio, il Mese di Maria (18 Maggio) – L’OCCHIO DI DIO – (“In Lui viviamo, ci moviamo e siamo.” Atti, 18, 28)

Il creato è tempio di Dio. Dio l’ha ornato con la sua gloria, perché l’uomo ne fosse consolato e più agevolmente ascendesse con la mente e col cuore all’ammirazione devota della magnificenza del Creatore. Ma l’uomo, pur godendo di quanto fa bella e grande la natura, non sa risalire all’artefice. E l’artefice è presente sempre, e chi sa quante volte deve assistere alla profanazione delle opere sue. Nella sua libertà, l’uomo può volgere al male i doni della bontà di Dio, vivendo come se Dio non esistesse. Non facevano cosi i Santi, ma avevano un culto affettuoso verso le minime cose create, perché tutte, ad una voce, contavano per loro le lodi del Signore.

Nulla sfugge’ all’occhio di Dio. È strano come noi che ci lasciamo tanto guidare dalla presenza e dal giudizio di altri uomini, siamo così refrattari al pensiero che Dio è da per tutto. Sarebbe pensiero così dolce e così salutare! È dura la via da percorrere, è vero, ma c’è Dio che fa strada con noi: se noi siamo deboli, Egli è forte! se noi cadiamo, Egli ci rialza; se ci manca il pane, Egli ci nutre; se ci perdiamo, Egli ci salva. Lo diceva il Signore: «Cammina alla mia presenza, e sarai perfetto». Noi siamo carichi d’imperfezioni e di peccati, perché viviamo come se Dio fosse tanto lontano da noi, mentre nessuno è così intimamente nostro come Lui.

Viviamo alla presenza di Dio. Sarà per noi come una risurrezione. Spesso la nostra vita somiglia a un campo di mèsse (grano) dopo un temporale: tutto è scomposto e mortificato, un vero pianto. Ma, ritorna il sole, ed è un alito nuovo di vita. Così nel cuore. Se Dio si leva sull’orizzonte dell’anima, tutto rivive: rivive la fede, la speranza e l’amore. Dove c’è Dio c’è la vita; senza di Lui la morte trionfa. E noi siamo creati per la vita. Non tagliamo il filo dall’alto nella trama della nostra esistenza: cadremmo anche noi nel fango o nel vuoto; e sarebbe nostro retaggio la morte.

Voglio provare, o Maria la grande dolcezza di vivere sotto lo sguardo buono di Dio. Tanti occhi maligni mi seguono sulla mia strada; perché non aprire l’occhio alla luce santa di Lui ch’è vita di ogni vita? C’era Gesù con te, c’era Dio con te; e la tua vita fu vita di perfezione. Se voglio, io posso vivere con Dio; ma dimmi tu, o Madre, i segreti di questa dolce intimità, che fa della terra un paradiso.

ESEMPIO
Se una vita può dirsi vissuta sotto lo sguardo costante di Dio, è certo quella del Santo d’Assisi. San Francesco non vuole che una cosa sola: essere la copia vivente di Gesù, e Gesù vede e Gesù sente e Gesù ama con ogni respiro del cuore e in ogni manifestazione di vita. A lui che sa l’amore, per esser beato, basta un piccolo lembo di cielo che raccolga l’anima e la porti più perfettamente al Signore.

La natura lo esalta e gli canta nell’anima con le voci più pure. Francesco conosce sé stesso e conosce Dio, ed in lui è Dio che parla, è Dio che comanda, è Dio che vuole. Sacrifica tutto ciò che secondo il mondo è lieta promessa di piacere, di grandezza e di gloria; disprezza il mondo e disprezza se stesso. Si copre delle vesti di un pezzente e va mendicando di porta in porta gloriandosi di essere, tra i più poveri il più povero. Nel sacrificio di Cristo egli trova tutta la forza del suo sacrificio, e a traverso la croce tutto il mondo s’indora per lui della vera carità, della grande letizia del cielo. Francesco si esalta al pensiero del Crocifisso e nel dolore trova la perfezione del gaudio. Va alle anime e le anime trascina a Dio con la forza vittoriosa della sua parola.

Quella parola il Santo la vive, e vince cosi e salva cosi. Non dà che bene, non porta che pace. La poesia vera di lui è l’amore e il dolore di Cristo: quell’amore e quel dolore egli grida al mondo. E al suo grido il mondo rivive!
Lo spirito di Francesco è di tutti i secoli; e in nessun secolo c’è vita cristiana senza imitazioni vera, profonda, continua della vita di Cristo.

FIORETTO
Nelle minime azioni, ci abitueremo a ripetere la breve frase dei Santi: «Dio mi vede!» E la Madonna ne avrà tanta gioia.

GIACULATORIA
Mostrami, o Madre il tuo volto.

O Madre, o Vergine, il tuo sorriso

la via m’illumini del Paradiso.

FONTI:

“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964