Maggio, il Mese di Maria (21 Maggio) – TENEBRE E LUCE – (“Una volta eravate tenebre, ora siete luce del Signore.” Ef. 5, 8)

L’anima in peccato! È oggetto d’orrore a Dio, agli Angeli, ai santi. Chi non ha ribrezzo delle tenebre? Colui che ha offeso gravemente il Signore è tutto tenebra: come se Gesù non fosse mai morto per lui, come se non fosse avvenuta la redenzione. Dio trova le sue delizie nel trattenersi coi figliuoli dell’uomo, ma quando sono figliuoli. E può mai esser figliuolo chi abbandona la casa paterna, dopo aver disprezzato i richiami del padre e le lacrime della madre? «T’avevo vestito di luce dice il Signore; t’avevo fatto di poco inferiore agli angeli: perché m’ai trattato così? Rimani nel tuo orgoglio». E l’orgoglio conduce alla dissoluzione, alla povertà, all’abbandono: si finisce con le ghiande, per aver rinunziato al cibo di Dio. E allora si ripensa con nostalgia ai giorni di luce.

L’anima in grazia! Com’ero felice! La vita, pur nelle sue asprezze d’ogni giorno, m’appariva così serena e armoniosa. Pensare al Signore era riposo delizioso: nella preghiera mi aprivo dolcemente con Lui, che sentivo palpitarmi nel cuore, e mi pareva ch’Egli, con mano lieve, mi curasse pietoso le piaghe dell’anima. Guardavo senza preoccupazione alla vita, pensavo senza timore alla morte. Apprezzavo il dono di Dio. E oggi? che cosa farò? Voglio tornare nella casa della felicità: voglio ripresentarmi al padre mio! Egli mi aspetta: ha le braccia aperte e pronta la veste candida. Confesserò le mie colpe, detesterò la mia superbia, tornerò a vivere. Nel sacramento della penitenza Gesù mi ha preparato la seconda tavola di salvezza.

Rimaniamo in grazia. Fa tanto bene vivere alla luce. Come sarebbe brutto il creato, e di giorno e di notte, se in qualche modo non trionfasse la luce! Com’è orrenda l’anima senza la luce di Dio! La grazia è anche luce: facciamo che la luce entri piena nel cuore. È il vero patrimonio che non soffre detrimento; son le ricchezze meglio guadagnate. La gloria del cielo dipenderà dalla misura di grazia che tesoreggiamo negli anni della prova.

O Maria, tu sei tutta bella e immacolata, tutta vestita di luce, perché fosti piena di grazia, e la grazia, accrescesti in modo mirabile, giorno per giorno, nel tuo terreno pellegrinaggio. La grazia traboccava dal tuo cuore. Oh, sapessi raccogliere anch’io la sovrabbondanza del tuo tesoro, come il fiore raccoglie geloso al mattino, la gocciola di rugiada! Come anch’io sarei ricco di luce, di tanta luce. Aiutami tu, o Vergine Madre!

ESEMPIO
Santa Giovanna d’Arco, umile pastorella, istruita dalle voci del cielo e ripiena della luce di Cristo, a soli quattordici anni, abbandona il padre e la madre e corre alla difesa della patria, alla difesa della chiesa di Dio.


Ella ha veduto Maria porgere un vessillo e una spada e parlare cosi: «Giovanna, lascia il tuo gregge, ti vuole altrove la volontà del Signore. Prendi questo vessillo, armati di questa spada e vinci i nemici del popolo mio». E Giovanna, dapprima quasi atterrita, poi ubbidiente e abbandonata, va dove Dio la chiama.
E supera ogni difficoltà, e in mezzo ai pericoli più gravi di nulla teme, poiché il Signore è con lei, la riveste della sua forza e la nutre del suo Pane, dandole certezza di vittoria. E vince così.

Caduta in seguito nelle mani del nemico, è iniquamente accusata d’eresia, e condannata al rogo. Avvolta dalle fiamme, Giovanna ancora invoca i dolci nomi di Gesù e di Maria e muore serena e lieta, baciando teneramente la croce e l’immagine soave della Madre del Cielo. Le tenebre non possono vincere la luce.

FIORETTO
Prendiamo l’abitudine di far ogni sera l’esame di coscienza, e non permettiamo mai che Il peccato entri nell’anima nostra.

GIACULATORIA
Lavami O Maria, dalle mie iniquità.

Vergine candita, celeste aurora,
rinnova l’anima che pia t’onora.

FONTI:

“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964