Maggio, il Mese di Maria (25 Maggio) – L’ATTESA DOLOROSA – (“Sarò felice quando apparirà la tua gloria.” Salmo 16, 15)

Il Purgatorio è giustizia. È così buono il Signore, che l’anima, se sa meditare, sente commuoversi al pianto. È tutta una rivelazione stupenda di bontà la vita di Gesù! Bontà ch’è illuminata dal dolore più aspro, frutto dell’amore più puro.
Ma non è forse questa una ragione più che evidente perché, nell’ultimo giorno, possa esigere il Signore strettissimo conto del come abbiamo trattato la sua bontà? Dio è buono, infinitamente, ma è anche infinitamente giusto. Quindi ci esaminerà, con l’occhio che scruta i sentimenti più riposti, sulla fedeltà nostra alla grazia sua.
Peccammo: ottenemmo il perdono e ricademmo ancora… Rialzatici, per sua misericordia, continuammo ad affliggergli il Cuore con una sequela di ingratitudini. E tuttavia non volemmo mortificazioni e croci. Non è giustizia che il Signore nel Purgatorio ristabilisca l’ordine turbato?

E anche misericordia. Sarebbe terribile se, tra il Paradiso e l’Inferno, non ci fosse il Purgatorio! Siccome in Paradiso non si entra con la minima ombra di colpa, non rimarrebbe spalancato, per la maggior parte dei cristiani, che l’abisso dell’Inferno! E invece il Signore, nel desiderio pietoso di salvare i suoi figliuoli, dà loro modo di compiere oltre la vita la purificazione che non seppero o non vollero compiere nel viaggio terreno. Egli li vuole perfetti, vuole che siamo copie fedeli di Lui, fattosi modello agli uomini viatori: soltanto così, nel Cuore di Dio, potranno avere tutte le dolcezze della felicità.

Anticipiamo il Purgatorio. Cooperiamo col Signore a far beate le anime. Perché aspettare di là dalla vita, nella croce di ineffabili tormenti, che si schiuda per noi il giorno del trionfo? Perché ritardare l’ora del riposo, della luce dell’amore? Ogni minima attesa alla porta del Paradiso, sarà pena che non ha l’uguale quaggiù. Oh, corriamo alla penitenza, diamo con gioia il benvenuto al dolore, esercitiamo le opere di misericordia usando così all’anima nostra una grande misericordia. Anticipiamo il Purgatorio per affrettare il nostro paradiso.

O Maria, paradiso beato delle anime elette, sii tu la consolazione di questo mio terreno purgatorio: lo so che la via è seminata di spine, lo so che il mondo gode e io sono nella tristezza, ma confido che il mio soffrire sarà pegno di gloria. Anche tu non avesti in terra che angustie di morte, ma ora la tua gioia è ineffabile, eterna. Veglia, o Madre, su questo tuo piccolo servo.

ESEMPIO
«Il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio, ripeteva il santo Curato d’Ars, hanno una specie di preludio sin da questa terra. Il Paradiso è nel cuore dei perfetti, l’Inferno in quello degli empi, il Purgatorio nelle anime che non sono morte a loro stesse».
E per le Anime del Purgatorio egli nutriva una intensa devozione, incoraggiando tutte le iniziative che si proponevano di soccorrerle.


Come San Domenico, che faceva in cuor suo tre parti dei suoi lavori, delle sue sofferenze e delle sue lacrime, una per i suoi peccati, una per i peccati dei vivi e l’altra per i peccati dei morti, cosi il Curato d’Ars aveva domandato di soffrire, il giorno, per la conversione dei peccatori e, la notte, per la liberazione delle Anime del Purgatorio. Dio l’esaudì e dalle sue fatiche senza tregua e dalle sue notti di martirio, nello spirito e nel corpo, trasse meriti grandi per coloro che soffrono oltre la vita terrena.
Per lui il cimitero era la casa comune, il Purgatorio l’infermeria del Signore. E nel sacrificio della Messa, nella santa Comunione, nella tenera devozione a Maria, il Santo riponeva tutta la sua tenera fiducia per il sollievo dei poveri morti.

FIORETTO
Pensiamo spesso al Purgatorio: ogni nostra contrarietà sia di purificazione per noi, di suffragio per i defunti.

GIACULATORIA
O Maria, soccorri chi langue nel Purgatorio.

Soccorri, o Vergine,
le anime in pianto,
e muta i gemiti
in lieto canto

FONTI:

“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964