Maggio, il Mese di Maria (26 Maggio) – GESÙ BAMBINO – (“Ecco, ci è nato un pargolo.” Is. 9, 6)
Gesù Bambino prega. Il figliuolo di Dio, fatto umile bambino, è arcobaleno di pace tra gli uomini e Dio. Egli prega e sembra dire al Padre con la sua tenera voce di bimbo: «Padre, perdona! Il mondo non ti poteva pregare: la sua voce non giungeva gradita al tuo cuore, perché nasceva da cuori in peccato; io sono il tuo Figliuolo, l’innocente, l’offeso; ma come te anch’io amo gli uomini, creature del nostro amore, e io ti supplico: perdona, dimentica! La mia voce copre tutte le voci cattive e distratte delle anime peccatrici». Gesù prega cosi e noi non ci pensiamo. Perché non unire la nostra voce alla sua, affinché il Padre l’ascolti e si plachi?
Gesù Bambino soffre. Non prega soltanto: Egli dà tutto sé stesso. Dà agli uomini il suo Cuore e quindi tutto il suo dolore. Dà tutto sé stesso al Padre, olocausto santo, pensando alla croce che vuole. Ma la croce è già cominciata. Tant’è vero che ai suoi discepoli, prima ancora di salire il Calvario, la darà come norma di vita: «Chi vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce e mi segua». Egli l’ha voluta al suo primo incontro con la vita terrena. Non c’è posto per lui nel mondo e nelle case del mondo. Povertà, abbandono, disprezzo. Per ogni figlio dell’uomo che nasce c’è pur qualche gioia e dolcezza: per il Figlio di Dio che viene a visitare la terra, l’umiltà duna stalla, la privazione di tutto. Viene e soffre per noi. Noi abbiamo paura delle sofferenze e pur di evitare il dolore siamo pronti a offendere Dio.
Gesù Bambino insegna. Insegna a pregare e a soffrire, insegna a vivere. Senza preghiera e senza martirio non s’impara la vita. Siamo deboli e la preghiera, ch’è aiuto potente e soave di Dio, ci fortifica. Siamo peccatori e il dolore, ch’è sorriso della misericordia di Dio, ci purifica. Allora viviamo: e viviamo nell’umiltà, nella carità, nell’obbedienza, nella povertà, nella purezza, come Gesù Bambino. Egli soltanto è modello di vita: o si fa come Lui, o non si è salvi. Com’è grande Gesù nel presepio: saremo grandi sé ci umilieremo con Lui.
O Maria, che nel tuo piccolo Figliuolo adorasti il Signore, e lo vegliasti e servisti con tutto il tuo cuore di Madre santa, insegnami ad adorarlo con una vita che sia perfetta imitazione delle sue virtù. Per le tue lacrime di materna pietà sullo squallore di quella nascita, dammi di consolare il Cuore disprezzato di Gesù, con tutto il mio amore al bene e alla croce, E sarò fratello di Gesù, e tuo figliuolo, O Maria.
ESEMPIO
Nella mezzanotte di Natale del 1435, Santa Caterina da Bologna pregava ardentemente nella chiesa del monastero, quando le apparve la Madonna, tenendo sulle braccia Gesù Bambino, ancora in fasce. Le si avvicinò e, con estrema bontà, depone il Bimbo sulle sue mani.
La serva di Dio, rapita per il dono ineffabile, lo stringeva al cuore con gioia indicibile. Poi, avvicinando il viso al Bambino, fu presa da tale trasporto d’amore che l’anima sua sembrò struggersi, come la cera si fonde ai raggi del sole… In quell’attimo la visione spari. Ma da testimonianze del tempo risulta che le labbra e la guancia della Santa, che avevano toccato la faccia del Salvatore, restarono segnati di un rosso delizioso che anche la morte doveva rispettare.
FIORETTO
Per amore di Gesù Bambino, usiamo oggi qualche attenzione particolare a un bimbo povero o malato.
GIACULATORIA
Sia benedetto Gesù, frutto del tuo seno.
Tu sei, o Purissima, fecondo stelo,
che ai cuori germini il Fior del Cielo.
FONTI:
“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964