Maggio, il Mese di Maria (30 Maggio) – ADDOLORATA – (“Sei piena di dolore e di lacrime, o Vergine Maria!” Dalla Liturgia.)

Maria è addolorata nel tempio. Ella sa che il suo tenero Figliuolo, tutta bontà e bellezza, è una povera vittima. Con che mani tremanti ella lo presenta al Padre! Ma il suo cuore non vacilla. È una missione anche la sua, più terribile di quella di ogni altra madre. Le madri non sanno l’avvenire dei loro figliuoli e quest’avvenire ricamano in oro… Ella lo sa chiaramente, e se non lo sapesse, il profeta di Dio squarcia l’avvenire: «Una spada ti trapasserà il cuore». E la croce si leva lugubre e sulla croce il corpo disfatto del suo dolce Figliuolo. La parola di Simeone è la parola di Dio. E la Madre va, più stretta che mai al suo tesoro, portando con sé la condanna. E gli uomini non si accorgono che passa la Madre di Gesù Crocifisso, l’Addolorata. Anche oggi gli uomini le passano accanto e non sanno, né vogliono sapere.

Maria è addolorata nella passione. Da che Gesù ha lasciato la casa e la madre, Maria prevede il martirio. Sente che la parola del vecchio di Gerusalemme si avvia al compimento. Sarà oggi, domani? quando? Il suo strazio non ha nome. A differenza delle altre madri, ella tesse l’avvenire del Figlio di lacrime e lacrime. Che il Figlio non veda… Nel cuore di Lui è lo stesso supplizio! Ma un giorno, for- e Giovanni, il prediletto, viene e le dice con la voce spezzata dal pianto: «Hanno preso Gesù!… > E Maria va con lui e si mescola alla folla che gli grida morte, e lo vede flagellato, coronato di spine, deriso, calunniato: Ecco l’uomo! Ecco tuo Figlio… E i fratelli, allora come oggi, non riconoscono la Madre, l’Addolorata.

Maria è addolorata sul Calvario. Sembra un sogno, tristissimo sogno. È proprio tuo Figlio, o Donna! E il Figlio muore, della morte degli schiavi, abbandonato da Dio e dagli uomini, abbeverato di fiele, soffocato dall’odio Egli la riconosce a fatica: ella lo fissa negli occhi che si velano. Non hanno più lacrime. Una voce ancora: «O Donna, son tuoi figliuoli questi che mi uccidono. Io voglio loro tutto il bene, vorrei abbracciarli tutti, fallo tu per me; amali, O Madre!» E la Mamma perdona e la Mamma ama. Suo Figlio scende morto dalla croce e glielo adagiamo in grembo. I figliuoli di adozione guardano, ma non sanno confortare la Madre, l’Addolorata. E oggi?

O Madre mia, ti ho Crocifisso col tuo Gesù; e son proprio io che ho trapassato con lancia crudele il suo e il tuo Cuore. E ancora non so riconoscere il suo e il tuo amore. Maria, trapassami il cuore col pentimento più straziante; fammi morire, ma che io non attenti più alla vita del tuo dolcissimo Crocifisso.
Vieni con me, o Addolorata, voglio avere per te la tenerezza di Giovanni, il discepolo che Gesù amava.

ESEMPIO
Gli agi e i successi del mondo circondavano la vita di San Gabriele dell’Addolorata, quasi volessero impedire a lui più liberi voli. Ma la Madre vegliava, e in breve il mondo trovò in lui il più implacabile nemico. Chi nei disegni di Dio era destinato a diventare il figlio prediletto della Regina dei Vergini, non doveva essere neanche sfiorato dall’impurità della terra. E lei, l’Addolorata spezzò quei legami che tentavano avvincere al mondo il figliuolo del suo cuore.
Con giubilo immenso, il giovane, vinta ogni esitazione, lasciati gli abiti del mondo, indossò il povero saio dei figli della Passione. Le austerità, i sacrifici, le penitenze della vita nuova divennero le sue gioie più pure: i confratelli lo ammiravano, i superiori benedicevano Dio. Nemico acerrimo della propria volontà, non vide e non volle che la volontà di Dio e il bene dei fratelli: sembrava che dal cielo egli avesse avuto la missione speciale di rendere felici gli altri. Oggetto continuo delle sue meditazioni era la Passione del Signore: in questa il suo tesoro, la sua speranza, tutto il segreto della sua forza. Dopo essersi beatamente perduto in quel mare di dolore, ne recava il ricordo luminoso in ogni sua quotidiana occupazione. Il Crocifisso fu tutta la sua vita; ma la caratteristica della sua santità fu la tenera, filiale, singolare devozione alla Madonna Addolorata.

Soffri con Lei, amò come Lei. Il dolore di Maria era il sospiro del suo cuore; da tutto sapeva trovare argomento per celebrare le sue glorie e accendere negli altri cuori la fiamma che ardeva nel suo.
Lasciando la terra, dopo aver pronunziato per l’ultima volta i dolci nomi di Gesù e di Maria, strinse ancora fortemente al cuore il Crocifisso e l’immagine dell’Addolorata. E il suo volto parve irradiarsi di straordinario splendore. Nessuno dubitò mai che la Regina del cielo abbia voluto allietare della sua presenza gli ultimi istanti del suo servo fedele.

FIORETTO
Ricordiamo tra giorno pietosamente l’incontro di Gesù con Maria, nella salita al Calvario.

GIACULATORIA
Il tuo dolore è grande come il mare.

Il tuo cordoglio è come il mare:

ch’io pianga, o Vergine, lacrime amare.

FONTI:

“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964