Maggio, il Mese di Maria (3 Maggio) – L’ANIMA E GESÙ CRISTO

Gesù rivela l’anima. Gli uomini sapevano di avere un’anima, ma non la conoscevano; e vivevano come non fossero che materia. Gesù viene e muore per salvarci. Se prima l’anima era preziosa perché dono di Dio, ora riveste il valore infinito del sacrificio del Figliuolo di Dio. «Siete stati ricomprati a prezzo inestimabile», grida l’Apostolo! Per carità non lo dimenticate più; glorificate e portate Dio nel vostro corpo: non fate che il corpo sia il traditore dell’anima.

Gesù muore per l’anima. È stata così desolata e straziata la sua morte, da poter dire ch’Egli ha voluto morir per ogni anima. Gli
uomini s’erano scostati dalla via della giustizia, rinnegando Dio e non comprendendo più se stessi. Gesù muore… Vuol toccare le fibre dell’anima, che non ha più desiderio dei cieli aperti e sereni, che non ritrova più ali di colomba per volare e riposarsi beata nel Cuore di Dio. Gesù muore… E misticamente continuerà a morire su gli altari che rinnovano l’unico altare, il Calvario. E l’anima?

Salviamo l’anima. Gesù ha fatto quanto poteva, divinamente. Ogni anima è la sua vigna d’elezione: vi ha messo tutta la sua vita; il suo sangue è stata rugiada di celeste fecondità. Guai a noi se perdessimo l’anima, per aver calpestato il sangue del Signore! Guardiamo piuttosto alla croce, e così non dimenticheremo mai il prezzo dell’anima. Guardiamo alla croce e diciamo a noi stessi che sarebbe stolto voler salvare l’anima senza soffrire con Cristo.

O Maria, Madre del Crocifisso, anche il tuo dolore è, con quello di Gesù, il prezzo dell’anima mia. E perché mai con leggerezza imperdonabile, con inaudita durezza di cuore, io espongo quest’anima alla morte eterna? Purtroppo io amo i miei capricci, le mie passioni, i miei peccati che il Cuore tuo e del tuo Figlio. O Maria, converti quest’anima mia, difendila e salvala!

ESEMPIO
San Pietro Nolasco ebbe davvero nel cuore il culto delle anime, nella visione chiara del loro valore al cospetto di Dio. Acceso di zelo contro l’eresia degli Albigesi, che allora dilaniavano la Francia, si prodigò generosamente. Ritiratosi poi nella Spagna, cercò rifugio presso il cuore materno della Vergine di Monserrato. Dette tutti i suoi beni per liberare i cristiani dalla schiavitù degli infedeli, tra i quali languivano i corpi e più grave pericolo correvano le anime.

Mosso da un’apparizione della Madre del cielo, fondò a questo scopo l’ordine di Nostra Signora della Mercede, nel quale i religiosi si obbligano con voto speciale a costituirsi prigionieri degli infedeli per la liberazione dei loro fratelli in Cristo. Il fine dell’Ordine mostra luminosamente come la salvezza delle anime dev’essere lo scopo di ogni vita, che sa pienamente guardare alla morte di Gesù Cristo.

FIORETTO:
Facciamo un sincero atto di contrizione, e se fossimo in peccato mortale, confessiamoci subito.

GIACULATORIA: 
O Madre amabile, dopo l’esilio mostrami Gesù, tuo Figlio.

FONTI:

“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964