Maggio, il Mese di Maria (4 Maggio) – L’ANIMA E IL CORPO
Il corpo è il compagno dell’anima. Viaggiamo insieme per la conquista di un regno eterno: viaggio incerto e penoso, non solo per la difficoltà della via, ma spesso per i capricci dell’uno, per le fiacchezze dell’altra. Il corpo tende insidie all’anima, e si affatica a farle dimenticare la sua origine divina. Il corpo è materia, è fango, è polvere, e canta vittoria quando riesce a trascinar l’anima nella materia, nel fango, nella polvere. Vana vittoria! E il grido della più clamorosa sconfitta, perché sul corpo e sull’anima ha preso possesso il maligno.
Il corpo dev’essere tempio di Dio. È opera di Dio, è conquista di Gesù Cristo: noi siamo perché Dio lo vuole, ci muoviamo, viviamo per Lui. E allora? Perché volerci sottrarre alle norme di vita che il Signore ha dato a questo ribelle compagno dell’anima immortale? Perché non riflettere che la grazia, regale dono di Dio, non solo purifica e abbellisce l’anima, ma dà altresì onore e vigore al corpo? Oh, glorifichiamo il Signore con una purezza senza macchia!
Mortifichiamo il corpo. Siamo di Cristo, e Cristo si mortificò sino alla morte di croce: la croce fu il suo guanciale, la croce fu il suo riposo. Siamo di Cristo, crocifiggiamo dunque la carne, trattiamo il corpo da schiavo per renderlo libero davvero; muoviamo guerra senza quartiere alla sensualità, alle ricchezze, agli onori. Siamo di Cristo e, come Lui, presentammo al Padre un corpo che sia ostia viva, gradita e santa. E anche l’anima avrà splendore immortale.
O Maria, immacolata nel corpo e nell’anima, guidami alla vittoria sul mondo e sulla carne. Tu eri santa e santamente coltivavi la perfezione dell’anima: io sono peccatore e non mi curo o mi curo troppo poco di purificare il cuore, moderando cristianamente il corpo. Con il tuo candore intemerato parlami dell’infinita purezza del Figlio di Dio, infiammami di cose sante e accendimi alle battaglie della perfezione cristiana.
ESEMPIO
Un uomo che era stato tanto caro al grande Vescovo di Canterbury, essendo gravemente malato, si recò alla tomba del Santo a chieder grazia per la sua salute. E fu guarito. Però, nel suo povero cuore, sorse poi il dubbio angoscioso che il bene del corpo pregiudicasse il bene dell’anima.
Tornò presso il sepolcro di San Tommaso e chiese di soffrire ancora, se ciò fosse necessario alla sua salvezza eterna. Il male tornò a martoriare il suo misero corpo, ma nell’anima egli poté comprendere la bellezza di un dolore che prepara una gioia eterna.
FIORETTO
Mortifichiamo la gola in riparazione delle illecite soddisfazioni passate.
GIACULATORIA
Mondami il cuore e il corpo, santa Maria.
O Immacolata, di grazia piena, l’alma turbata tu rasserena.
FONTI:
“MAGGIO” – Sua Ecc. Gilla Gremigni, M.S.C. Arcivescovo di Novara (XII Edizione) – Ed. Coletti Editore Roma 1964