MESE DI MAGGIO (31° GIORNO) – DIRITTI DI SOVRANITA’ DI MARIA
La Madonna è Regina e come tale ha i diritti di sovranità; noi siamo suoi sudditi e dobbiamo tributarle ubbidienza ed onore.
L’ubbidienza che la Vergine vuole da noi è l’esatta osservanza della legge di Dio. Gesù e Maria hanno la stessa causa: la gloria di Dio e la salvezza delle anime; ma questo piano divino non si può attuare se non si compie la volontà del Signore, espressa nei dieci Comandamenti.
Alcuni punti del Decalogo si possono osservare con facilità; altri esigono dei sacrifici ed anche degli eroismi. è un grande sacrificio la custodia continua del giglio della purezza, perché si esige il dominio del corpo, il cuore mondo da ogni affetto disordinato e la mente pronta ad allontanare le cattive immagini ed i desideri peccaminosi; è un grande sacrificio il perdonare generosamente le offese e il fare bene a chi fa del male. Tuttavia l’ubbidienza alla legge di Dio è anche un atto di ossequio alla Regina del Cielo.
Nessuno s’illuda! Non c’è devozione vera a Maria, se l’anima offende gravemente Dio e non sa risolversi a lasciare il peccato, specialmente l’impurità, l’odio e l’ingiustizia.
Ogni regina terrena è degna di onore da parte dei sudditi. La Regina del Paradiso merita più ancora. Riceve gli omaggi degli Angeli e dei Beati del Cielo, che la benedicono come il capolavoro della Divinità; deve essere anche onorata sulla terra, dove ha sofferto a fianco di Gesù, cooperando efficacemente alla Redenzione. Gli onori che le si rendono, sono sempre inferiori a quelli che merita.
Si rispetti il santo nome della Madonna! Non si pronunzi inutilmente; non si adoperi nei giuramenti; sentendolo bestemmiare, dire subito: Sia benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre!
Si onori l’immagine della Madonna, col salutarla e col rivolgerle contemporaneamente qualche invocazione.
Si saluti la Regina del Cielo almeno tre volte al giorno, con la recita dell’Angelus Domini, e s’invitino gli altri, specialmente i familiari a fare altrettanto. Chi non è in grado di recitare l’Angelus, supplisca con tre Ave Maria e tre Gloria Patri.
All’avvicinarsi delle feste solenni ad onore di Maria, si cooperi in qualunque modo affinché riescano bene.
Le regine di questo mondo hanno l’orario della corte, cioè in una data e ora del giorno sono onorate dalla compagnia di personaggi illustri; le dame di corte sono orgogliose di stare presso la loro sovrana e di sollevarne l’animo.
Chi volesse tributare alla Regina del Cielo un’ossequio particolare, non lasci trascorrere giorno senza fare un’ora di corte spirituale. In un’ora determinata, mettendo da parte le occupazioni, e, se ciò non fosse possibile, anche lavorando, si sollevi con frequenza la mente alla Madonna, si preghi e si cantino le sue lodi, per ripagare gl’insulti che riceve da chi la bestemmia. Chi nutre amore filiale alla Celeste Sovrana, s’industria a trovare altre anime che la onorino con l’ora di corte. Chi organizza questa pia pratica, ne gioisca, perché si pone sotto il manto della Vergine, anzi dentro il suo Cuore Immacolato.
ESEMPIO:
Un bambino, precoce nell’intelligenza e nella virtù, cominciò a comprendere l’importanza della devozione a Maria e fece di tutto per onorarla e per farla onorare, considerandola la sua Madre e la sua Regina. All’età di dodici anni era abbastanza allenato a renderle omaggi. Si era fatto un programmino:
Ogni giorno fare una mortificazione particolare ad onore della Mamma Celeste.
Ogni giorno visitare la Madonna in Chiesa e pregare al suo Altare. Invitare altri a fare lo stesso.
Ogni mercoledì ricevere la Santa Comunione, per rendere omaggio a Maria Santissima, affinché si convertano i peccatori. Ogni venerdì recitare la Corona dei sette dolori di Maria.
Ogni sabato digiunare e ricevere la Comunione per ottenere la protezione della Madonna in vita e in morte.
Appena svegliato, al mattino, volgere il primo pensiero a Gesù ed alla Divina Madre; andando a letto, alla sera, mettermi sotto il manto della Madonna, chiedendo la sua benedizione.
Il buon giovanetto, se scriveva a qualcuno, metteva un pensiero sulla Madonna; se cantava, sul suo labbro c’era soltanto qualche lode mariana; se raccontava dei fatti ai compagni o ai parenti, per lo più narrava grazie o miracoli operati per mezzo di Maria.
Trattava la Madonna da Madre e da Regina e ne fu ricambiato con tale abbondanza di favori, da raggiungere la santità. Moriva a quindici anni, visitato visibilmente dalla Vergine, che lo invitava ad andare in Cielo.
Il giovanetto di cui si parla è San Domenico Savio, il Santo dei ragazzi, uno dei santi più giovane della Chiesa Cattolica.
Fioretto:
-Ubbidire senza lamentarsi, per amore di Gesù e della Madonna anche nelle cose spiacevoli.
Giaculatoria:
– Ave Maria, salva l’anima mia!
Tratto da:
MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA (Mese di Maggio) – di DON GIUSEPPE TOMASELLI, SDB.