Novena a San Francesco d’Assisi – 5° GIORNO – S. Francesco e la Povertà

5° GIORNO – S. Francesco e la Povertà

Nella I regola, S. Francesco scrisse:

“La regola e la vita dei frati è questa, cioè vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio, seguendo l’insegnamento e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo, il quale dice: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19,21). I frati non si approprino di niente: né casa, né luogo, né cosa alcuna”.

Anche nell’ultima volontà che S. Francesco scrisse a S. Chiara si legge:

“lo piccolo frate Francesco voglio seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua Santissima Madre e perseverare in tal vita sino alla fine. E prego voi, signore mie, e vi consiglio di vivere sempre in codesta santissima vita e povertà”.

S. Francesco, per essere veramente povero, volle guadagnare con il sudore della propria fronte il necessario alla vita. Il lavoro doveva essere solo strumento per guadagnare quanto permetteva a lui ed ai suoi frati di avere abitazioni, vesti e mense povere.

La povertà di S. Francesco e dei suoi primi compagni rifulgeva in modo particolare nelle abitazioni. Dopo avere abbandonato la casa paterna, suo rifugio fu una grotta presso Assisi, e poi non ebbe fissa dimora sino a quando con i primi frati “si raccoglieva presso la città di Assisi in un luogo che si chiama Rivotorto”.

Tugurio di Rivotorto

S. Francesco e i suoi frati vivevano in un tugurio abbandonato, nella più completa indigenza, molto spesso privi anche del pane. Quel luogo era così stretto che si poteva a mala pena stare seduti o distesi, ma tra loro non si udiva mormorazione né lamento, anzi ognuno conservava la sua serenità con “tranquillità di cuore e allegrezza di spirito”.

S. Francesco sosteneva che “si sale prima in Cielo da un tugurio che da un palazzo”.

Ricercava sempre la santa semplicità e non permetteva che la strettezza del luogo trattenesse le espansioni del cuore. Scriveva perciò il nome dei frati sui travicelli del tugurio, affinché ognuno, volendo pregare o dormire, potesse riconoscere il suo posto e l’angustia del luogo non turbasse il raccoglimento dello spirito.

Proponimento

– Sull’esempio di Francesco, ricordiamoci che Gesù volle scegliere per Sé e per sua Madre la povertà;

– Cerchiamo il distacco dalle cose della terra per essere sempre più protesi verso le realtà dei Cielo.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria

S. Francesco, prega per noi.

 

Fonti:

https://www.novena.it/il_punto/per_ogni_occasione/preghiera172.htm