Novena a San Francesco d’Assisi – 9° GIORNO – Come S. Francesco accolse la morte

9° GIORNO – Come S. Francesco accolse la morte

Il Celano racconta che la malattia di S. Francesco si stava aggravando e il corpo del Santo si indeboliva sempre più, tanto che non poteva più muoversi.

Un frate chiese a Francesco se preferisse la sofferenza lunga e continua di tale grave infermità oppure il martirio, la morte violenta e atroce provocata dal carnefice.
Egli rispose:

“O figlio, la cosa che mi è più cara, più dolce, più gradita, è che si adempia in me e su di me la volontà del Signore Iddio. lo voglio essere totalmente concordo e obbediente soltanto alla Sua volontà. Ma se dovessi guardare non al premio, ma solo al dolore fisico che provo è per me più atroce di qualunque martirio tollerare questa malattia anche solo tre giorni”.

Nel 20° anno della sua conversione, due anni dopo l’impressione dello stimmate,

“squadrato ormai da numerosi colpi di dolore e infermità,… come pietra da collocare nella Gerusalemme celeste o come lavoro malleabile portato a perfezione dal martello delle molteplici tribolazioni”,

S. Francesco chiese di essere portato a S. Maria della Porziuncola per morire proprio nel luogo dove aveva ricevuto lo Spirito della grazia di Dio.


Baciando la terra, disse:

“Ti ringrazio, Signore Dio, di tutte queste mie sofferenze e ti prego, o Signore, che me ne mandi altre cento, se così ti piace: poiché’ questo mi sarà graditissimo; colpendomi con il dolore tu mi risparmi; mentre l’adempimento della tua santa volontà costituisce per me una grandissima consolazione”.

“Quel padre santissimo riputava sempre cosa dolce ciò che sapeva di amaro al corpo ed attingeva di continuo immensa dolcezza dall’umiltà e dall’imitazione del Figlio di Dio”.

Quando S. Francesco era colpito da sofferenze più forti, cantava o faceva cantare dai suoi compagni “lo lodi dello creature”, il cantico di frate sole che egli Stesso aveva composto.


Quando seppe che la morto era imminente, nonostante soffrisse moltissimo fisicamente, egli gioì e lodò il Signore con grande trasporto, poi disse a un frate:

“Se al mio Signore piace che io muoia tra breve, fa venire a me frate Angelo e frate Leone affinché’ mi cantino di sorella morte“.

Quando i due frati furono davanti a lui, addolorati e piangenti, cantarono il cantico di frate sole e Francesco aggiunse anche alcuni versi su “sorella morte”:

“Laudato sii, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale
da la quale nullo homo vivente può scampare, guai a quelli che morranno ne le peccata mortali,
beati quelli che trovara’ ne le tue sanctissime voluntate che la morte secunda nol fara’ male”.

Proponimento

– chiediamo a Francesco la sua gioia e serenità nelle malattie, pensando che la sofferenza è un grande dono di Dio in vista della nostra gioia futura;

– seguendo l’esempio di Francesco, sopportiamo le malattie con pazienza e senza far pesare il nostro dolore sugli altri;

– cerchiamo di ringraziare il Signore non solo quando ci dona la gioia, ma anche quando permette le malattie.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria

S. Francesco, prega per noi.

 

Fonti:

https://www.novena.it/il_punto/per_ogni_occasione/preghiera172.htm