La Madonna del Giorno ( 9 Luglio 1722) – MADONNA DELLE VITTORIE, Maserada sul Piave, Treviso, Italia
La leggenda popolare attribuisce all’icona che si trova nel tempietto dedicato alla Madonna delle Vittorie, alcuni miracoli in seguito all’apparizione della Vergine ad una fanciulla chiamata Zanetta Bariviera il 9 luglio del 1722
Non lontano dalla parrocchia, seguendo viale Caccianiga, troviamo il piccolo tempio dedicato alla Madonna delle Vittorie. Fu eretto nel 1717 dal doge veneziano Carlo Ruzzini proprio accanto alla sua villa in campagna.
All’interno vi è un’immagine, che è una copia di quella della chiesa di Santo Stefano a Vienna, che presenta la Vergine con il Bambino.
La leggenda popolare attribuisce a questa icona miracoli dopo l’apparizione della Madonna ad una fanciulla chiamato Zanetta Bariviera il 9 luglio del 1722. La data è ricordata oggi con solenni cerimonie.
Nel 1917, secondo centenario della fondazione del tempietto, il vescovo di Treviso monsignor Longhin, incoronava solennemente l’immagine che, dopo le giornate di Caporetto, venne portata in diverse località del Veneto. Essa ritornò in paese il 6 luglio del 1919, trainata da quattro cavalli, con i trofei della vittoria.
La storia di Maserada
I villaggi stabilmente abitati, da cui si sviluppò Maserada, dovettero esistere fin dai primi secoli dopo Cristo, nel tratto di pianura alluvionale compresa tra la Postumia ed il fiume Piave.
La sua storia ed il suo territorio sono segnati dalle vicende legate a questo corso d’acqua ed alla antica via Postumia, tracciata dal console Spurio Postumio Albino nel 148 d.C. In epoca tardo-imperiale, nel luogo in cui questa via incontra il Piave, dovettero sorgere dei villaggi dove milizie e viandanti trovavano ristoro alle fatiche delle lunghe marce, prima di attraversare il fiume. La parte più fertile della campagna era coltivata dalla servitù di qualche valoroso soldato premiato con la concessione di un podere. Spesso il passaggio degli eserciti portava saccheggi e distruzione.
Nel 1995, durante l’escavazione delle fondamenta per la costruzione di una abitazione civile nel centro di Maserada, sono stati rinvenuti monili di pasta vitrea, appartenenti ad una fanciulla, di cui si sono recuperati i denti e parte del cranio. Essi dimostrano, assieme a cocci di anfore ed embrici, la presenza di piccole comunità anche in epoca longobarda, nei secoli VI e VII d.C. Dopo il Mille, trascorso un lungo periodo di abbandono delle attività agricole, i terreni aridi e incolti, tormentati dalle piene del fiume, furono interessati da intense opere di bonifica ad opera dei monaci e di gente indigena.
Alla località si attribuisce il nome di “Macerata”, o “Maceriata”, da cui Maserada, per l’aspetto del territorio tormentato dalle piene ed dalle inondazioni che lasciavano ovunque ciottoli. La bonifica dei terreni accumulava inoltre questi materiali al limite dei terreni coltivati, lungo i fossi: nell’un caso e nell’altro molte macerie caratterizzavano l’ambiente. Nell’anno 1231 papa Gregorio IX enumera il “vicus de Maceriata” tra le cappelle di cui veniva dotata l’Abbazia di Sant’ Eustachio di Nervesa. Era un villaggio di capanne rustiche e casupole di sassi col tetto di canne, ma dotato di una propria chiesa dedicata a San Giorgio, cavaliere e martire cristiano di origine orientale.
Fonti:
http://www.mariancalendar.org/madonna-delle-vittorie-/-our-lady-of-victories-maserada-sul-piave-treviso-veneto-italy/;
http://www.maserada.com/geografia.htm
http://www.maserada.com/.
https://biscobreak.altervista.org/2016/07/madonna-delle-vittorie-di-maserada/.
https://www.comune.maserada.tv.it/territorio/cenni-storici/.