Presepe: Il cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte
Il Cielo Stellato nel Buio
Ora passiamo in rassegna i vari segni del presepe per cogliere il senso che portano in sé. In primo luogo, rappresentiamo il contesto del cielo stellato nel buio e nel silenzio della notte.
Non è solo per fedeltà ai racconti evangelici che lo facciamo così, ma anche per il significato che possiede. Pensiamo a quante volte la notte circonda la nostra vita. Ebbene, anche in quei momenti, Dio non ci lascia soli, ma si fa presente per rispondere alle domande decisive che riguardano il senso della nostra esistenza: chi sono io? Da dove vengo? Perché sono nato in questo tempo? Perché amo? Perché soffro? Perché morirò? Per dare una risposta a questi interrogativi Dio si è fatto uomo.
La sua vicinanza porta luce dove c’è il buio e rischiara quanti attraversano le tenebre della sofferenza (cfr Lc 1,79).
I Paesaggi di Betlemme
Una parola meritano anche i paesaggi che fanno parte del presepe e che spesso rappresentano le rovine di case e palazzi antichi, che in alcuni casi sostituiscono la grotta di Betlemme e diventano l’abitazione della Santa Famiglia.
Queste rovine sembra che si ispirino alla Legenda Aurea del domenicano Jacopo da Varazze (secolo XIII), dove si legge di una credenza pagana secondo cui il tempio della Pace a Roma sarebbe crollato quando una Vergine avesse partorito.
Quelle rovine sono soprattutto il segno visibile dell’umanità decaduta, di tutto ciò che va in rovina, che è corrotto e intristito. Questo scenario dice che Gesù è la novità in mezzo a un mondo vecchio, ed è venuto a guarire e ricostruire, a riportare la nostra vita e il mondo al loro splendore originario.
VIDEO: I CIELI STELLATO NARRANO LA GLORIA DI DIO
Fonti:
“Admirabile signum” Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco sul Significato e Il Valore Del Presepe. http://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco-lettera-ap_20191201_admirabile-signum.html
[1] Tommaso da Celano, Vita Prima, 84: Fonti francescane (FF), n. 468.
[2] Cf. ibid., 85: FF, n. 469.
[3] Ibid., 86: FF, n. 470.
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